“C’erano
una volta tre fratelli: due erano grandi, e uno, che si chiamava Nikkala, era
piccoletto, sebbene fosse adulto.”
Ciao book-dipendenti!
Finalmente
oggi vi parlo di un libro che ho letto durante queste feste natalizie e che mi ha
affascinata con il suo essere cruento e magico allo stesso tempo, ovvero “Fiabe
lapponi”. E così ho anche spuntato la categoria O Tannenbaum
della #santasbookchallenge organizzata da me, Claudia e Anna (nonché quella Keep it short della #fuffyreadingchallenge di @valerytikappa, @serisop e @psiedoll).
Ringrazio
immensamente la casa editrice Iperborea per avermi mandato questo
meraviglioso volume.
Link
di Claudia
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YouTube:
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di Anna
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A cura di: Bruno
Berni.
Traduttore: Bruno
Berni.
Progetto grafico: xxystudio.
Anno di
pubblicazione: 2014.
Pagine: 167.
Genere: fiabe.
Casa
editrice: Iperborea.
Costo: 16,00€
Voto: 8,5⭐/10.
Pezzo
preferito: “Era il periodo di Natele e i più grandi
erano partiti per la chiesa lasciando alla sida solo bambini e servi; nello
stesso accampamento poi c’era anche una vecchia, che aveva pure un bambino e un
cane. Venne la Vigilia di Natale e i bambini cominciarono a far rumore in ogni
modo.”
Trama: L'incanto
del "c'era una volta" nelle più remote terre del Nord. In
questa antologia di fiabe e leggende rivive il patrimonio di
tradizioni, miti e credenze di quella che per lungo tempo è rimasta una
minoranza etnica isolata. Un mondo di magie e metamorfosi, di foreste stregate,
cavalcate nella neve in sella alle renne e grandi laghi
attraversati sugli sci, dove la fantasia si combina con la realtà quotidiana e
le usanze ancestrali. Un mondo in cui cacciatori e pescatori sfidano gli
spiriti della terra in cerca di fortuna, salvano principesse rapite da demoni,
affrontano prove per conquistare regni al di là del mare, destreggiandosi tra gli
agguati dei giganti e gli inganni di orchi goffi.
Primo
volume di una serie dedicata alle fiabe scandinave, "Fiabe lapponi"
attinge direttamente alle prime raccolte scritte nell'Ottocento, quando
l'Europa, sulla scia dei fratelli Grimm, riscopriva il valore letterario di
questo racconto orale. Riscoperta che soprattutto per la Lapponia ha
rappresentato anche una ricerca delle radici culturali e della propria
indipendenza linguistica. Espressione di una saggezza popolare a volte amara,
derivata dalle dure lezioni della natura e della storia, ogni fiaba riserva
qualche sorpresa, un crudo colpo di scena, un lieto fine mancato
ma lasciando il dovuto spazio ai sogni e al gusto del narrare, racconta
l'errare umano attraverso una smaliziata ironia.
LE MIE CONSIDERAZIONI
Le fiabe di questa raccolta sono ambientate in Lapponia,
una regione geografica e culturale - non uno Stato quindi - che si trova in
Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia. La Lapponia è abitata principalmente dai Sami
(la dolce bambina bionda di "Klaus - I segreti del Natale" ne è un
esempio), una popolazione indigena di circa 75000 persone.
Nonostante il non aver mai avuto una loro identità politica, i
Sami hanno conservato la loro forte identità culturale, e questo libro ne è una
testimonianza. Testimonia il loro folklore e la loro vita quotidiana, che era
fatta di tende portatili di pelle di renna come casa e di slitte trainate da
renne per spostarsi.
Raccontate con lo stile colloquiale tipico della narrazione
orale, tramandata di generazione in generazione, queste fiabe sono più cruente
di quello che mi aspettavo e, spesso, come la trama stessa dice, senza lieto
fine. Tuttavia, riescono a trasmettere la magia del folklore della
Lapponia.
In alcune fiabe ho trovato cose molto vicine al nostro folklore.
Ad esempio, leggere la fiaba "Il ragazzo di legno di ontano"
mi ha ricordato molto Pinocchio. Come si intuisce dal titolo anche il
protagonista di questa storia è fatto di legno e non è un bambino vero. E, come
Pinocchio, grazie all'amore e alla costanza di un genitore, inizia a camminare
e prende vita.
Molte altre figure, invece, sono tipiche del folclore lappone e
mi hanno affascinata parecchio.
Una figura ricorrente è lo Stallo, un essere maligno raffigurato solitamente come un enorme orco sciocco (o, a volte, come uno stregone). Lo Stallo ha poteri magici e riesce ad ingannare i Sami grazie alla sua capacità di poter cambiare sembianze, ma può essere raggirato facilmente se si è abbastanza astuti.
Un altro personaggio presente spesso, in particolare quando gli
eroi ne hanno bisogno, è la Gieddegæs-galggo, una saggia signora anziana
che dispensa consigli a chi glieli chiede.
Il Noaide è, invece, uno sciamano che ha poteri
guaritori. È in grado di compiere ogni tipo di magia o divinazione e, a volte,
lo fa con l'aiuto di uno o più spettri o Stalli.
La Acceš-ædne è una troll malvagia di aspetto brutto. È
astuta e spesso cerca di sostituirsi ad altre ragazze o donne.
Al contrario di Acceš-ædne, Njaveš-ædne è di buon cuore e
bella. Tuttavia, è ingenua e per questo viene spesso ingannata da Acceš-ædne.
Infine, nel folklore lappone il diavolo assume sempre
l'aspetto di un norvegese ricco e ben vestito.
In conclusione, vi consiglio questa raccolta di fiabe per
scoprire maggiormente un popolo semisconosciuto che ha una grande tradizione
popolare e che merita di essere scoperto. È adatto sia agli amanti delle fiabe che a quelli che preferiscono le
storie più vere. Tuttavia, non credo che sia adatto ai bambini, soprattutto
se letto senza la guida di una persona adulta.
LE CURIOSITÀ
Le renne erano per i Sami l'unica risorsa. Le usavano per
spostarsi, ma anche per ricavarne pelli per gli abiti e le abitazioni, carne e
bevande, e corna e ossa per creare vari strumenti.
Attualmente i Sami non sono più completamente nomadi e vivono in
piccole città, hanno una propria bandiera e un proprio inno e i
"parlamenti sami" in Finlandia, Noervegia e Svezia che preservano la
loro autonomia culturale.
Nel 1996 la regione di Lapponia, che si trova
nella parte svedese della Lapponia, è stata inserita nei Patrimoni
dell'umanità dell'UNESCO. Visitarla con Michele è uno dei miei sogni.
Infine, una menzione speciale va ad una pietanza tipica del
popolo Sami che ho scoperto grazie a questo libro: il vuodjabæce. Si
tratta di corteccia di pino spezzettata e mescolata con la farina in un brodo
di carne o di pesce. Mi piacerebbe davvero provarla – secondo me, sa di Natale!
Link di Amazon per comprare il libro:
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