"Possa la fortuna essere sempre a vostro favore."
Innanzitutto, ringrazio Beatrice e Yelena per aver organizzato il review party con la Mondadori. Vi lascio i link dei loro blog.
Beatrice:
https://eynyspaolinibook.blogspot.com/ fbclid=IwAR1AbtTQKzH6i8N5f74TypMd89cQFLPV2z18iiqyEN7pi0jFw5TLnFnSubg
Yelena:
https://lalibreriadiyely.blogspot.com/?fbclid=IwAR3XPJzvWKWthPD2undk41sMpgLG2v44mer0lhYm1kzr44gmIIgxOMQkeaQ
Qui
sotto trovate la grafica di oggi così potete vedere dove trovare le recensioni di oggi degli altri blogger che partecipano all’evento.
Le grafiche sono state create da Eleonora Xillian Piazza (blog: https://lacollezionistadifandom.altervista.org/).

Titolo originale: The Hunger Games.
Traduttori: Fabio Paracchini, con la collaborazione di Simona Brogli.
Anno di pubblicazione: 2008.
Pagine: 420.
Genere: fantascientifico distopico.
Casa editrice: Mondadori, collana Oscar Fantastica.
Costo: 13€.
Voto: 10⭐/10.
Pezzo preferito: "Non so bene come dirlo. Solo non voglio... perdere me stesso. Ha un senso?.".
Narrazione: La narrazione è in prima persona, infatti, è la stessa Katniss a raccontare la storia. Apprezzo molto la narrazione in prima persona, soprattutto in un libro di questo genere letterario, in quanto, entrando nei pensieri del protagonista, si riesce a riflettere maggiormente sui quesiti morali che, inevitabilmente, un libro distopico solleva.

Gli Hunger Games sono un reality show organizzato annualmente da Capitol City. I partecipanti, un ragazzo e una ragazza per Distretto, vengono sorteggiati tra coloro che hanno tra i 12 e i 18 anni.
Nell’Arena sopravvive solo una persona, il vincitore, che non solo deve essere il più bravo e il più forte, ma anche il migliore a conquistarsi il pubblico e, soprattutto, gli sponsor.
Il Distretto 12, quello da cui viene Katniss, ha vinto gli Hunger Games solo due volte in 73 edizioni.
Negli Hunger Games non esistono amici né affetti. Per vincere bisogna essere pronti a rinunciare a tutto, persino alla propria umanità.
Stile di scrittura: La Collins è una delle tre autrici (le altre due sono la Rowling e la Jemisin) che invidio per il suo modo unico di scrivere, in grado di rapirmi completamente. Pur essendo un libro molto riflessivo, in quanto siamo sempre accompagnati dai pensieri di Katniss, non risulta mai lento, proprio per lo stile di scrittura coinvolgente dell’autrice.
LE MIE CONSIDERAZIONI

A
lato c’è una mappa non ufficiale trovata su Wikipedia.
“Hunger
Games”, essendo ambientato in una fase post-apocalittica avanzata, appartiene al
filone dei totalitarismi del genere distopico, ovvero quello in cui
un’autorità, politica, religiosa, tecnologica o di altro tipo, controlla ogni
aspetto della vita umana. Per questo motivo, presenta anche altre
caratteristiche, cioè:
1. La
suddivisione in classi sociali rigide che, in questo caso, sono rappresentate
dai Distretti. Infatti, maggiore è il numero del Distretto, maggiore è
il livello di povertà della popolazione che lo abita. Katniss vive, quindi, nel
distretto più povero, quello dei minatori. Tuttavia, la vera ricchezza è
presente solo a Capitol City.
Inoltre, non si ha la possibilità di
abbandonare il proprio Distretto, le persone che provano a farlo vengono punite
pesantemente.
2. La
propaganda del governo giustifica la nascita degli Hunger Games
dipingendoli come un modo per non dimenticare i “Giorni Bui” (avvenuti
74 anni prima gli eventi narrati nel libro) in cui i 13 Distretti si
ribellarono a Capitol City e in seguito ai quali il Distretto 13 fu distrutto.
La propaganda afferma anche che prima di allora i cittadini vivevano tutti in
pace e prosperità.
3. Gli
schermi televisivi presenti in tutte le abitazioni e piazze, proprio
come quelli di “1984” di Orwell, trasmettono quello che il regime vuole: tutti
sono costretti a guardare gli Hunger Games.
4. Ad
evitare ogni forma di rivolta ci sono i Pacificatori, le forze militari
e di polizia al servizio del governo, che soffocano nella violenza il dissenso.
I temi principali affrontati,
oltre alla distopia, sono l’amicizia, l’amore, la povertà
e la morte.
L’amicizia
di Katniss con uno dei partecipanti ai giochi vi scioglierà l’anima e vi farà
riflettere tanto.
L’amore
è presente sotto tutti i punti di vista, da quello che Katniss prova per sua
sorella Prim a quello che uno dei personaggi prova per un altro personaggio.
La
morte e la povertà sono costantemente presenti nel Distretto 12, in cui la
maggior parte delle persone soffre la fame e la vita è una lotta continua per la
sopravvivenza.
La
morte viene affrontata anche in relazione ai Giochi in quanto per vincere
bisogna inevitabilmente uccidere, cosa che si imprime irrimediabilmente
nell’animo di chi vince che dovrà, quindi, imparare a convivere col senso di
colpa di essere sopravvissuto.
Infine,
viene affrontata anche la salute mentale, infatti, uno dei personaggi
sembra soffrire di depressione e un altro di alcolismo.
I personaggi
sono tutti caratterizzati alla perfezione, anche quelli negativi, e, soprattutto,
non sono solo buoni o solo cattivi, ma multidimensionali, cosa che li rende
realistici.
Katniss è forte, determinata, coraggiosa,
testarda, impulsiva e pronta a sacrificare la sua stessa vita per le persone
che ama. Sa tirare con l’arco – e io ho un debole per gli archi – e,
essendo cresciuta in fretta per provvedere alla sua famiglia, sa cosa significa
fare di tutto per vedere una nuova alba.
Il mio
personaggio preferito è Peeta, il ragazzo del Distretto 12 che viene
estratto insieme a Prim. Peeta è dolce, buono, riflessivo e intelligente, anche
lui sempre pronto a sacrificare tutto per chi ama. Pur non avendo grandi
possibilità di vincere, sa come giocarsela, sfruttando le sue doti al meglio. È
una persona molto profonda che farà di tutto per restare sè stessa nell’Arena,
per non farsi cambiare dagli Hunger Games del presidente Snow.
Consiglio
“Hunger Games” a tutti, dicendo solo di prepararsi a scoprire un mondo in cui
la morte e l’omicidio sono uno spettacolo da sviscerare nei minimi dettagli,
proprio come in un qualunque reality show.
LE CURIOSITÀ

"Ero molto stanca... e stavo scorrendo le immagini di un reality show in cui questi giovani erano in competizione per un milione di dollari o qualcos'altro, e poi alcuni filmati della guerra in Iraq. Queste due cose hanno iniziato a fondersi in modo molto inquietante, ed è stato allora che mi è venuta in mente l'idea della storia di Katniss."
L'autrice si è ispirata anche al mito greco di Teseo e il Minotauro, alla Roma antica e alla carriera del padre (ufficiale dell’Air Force in servizio durante la guerra di Corea e quella del Vietnam).
Il link di Amazon per comprare il libro:
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