HUNGER GAMES – 2. LA RAGAZZA DI FUOCO: COME ARDE IL FUOCO DELLA RIVOLTA

"Cerca di ricordarti chi è il nemico".


Innanzitutto, ringrazio Beatrice e Yelena per aver organizzato il review party con la Mondadori. Vi lascio i link dei loro blog.

Beatrice:
https://eynyspaolinibook.blogspot.com/?fbclid=IwAR1AbtTQKzH6i8N5f74TypMd89cQFLPV2z18iiqyEN7pi0jFw5TLnFnSubg

Yelena:
https://lalibreriadiyely.blogspot.com/?fbclid=IwAR3XPJzvWKWthPD2undk41sMpgLG2v44mer0lhYm1kzr44gmIIgxOMQkeaQ

Qui sotto trovate la grafica di oggi così potete vedere dove trovare le recensioni di oggi degli altri blogger che partecipano all'evento.




Le grafiche sono state create da Eleonora Xillian Piazza (blog: https://lacollezionistadifandom.altervista.org/).





Autrice: Suzanne Collins, scrittrice e sceneggiatrice statunitense. La rivista “Time” l’ha nominata tra le 100 più influenti personalità del 2010 proprio per il caso editoriale di “Hunger Games”. Prima di “Hunger Games” ha scritto la pentalogiaGregor” appartenente al genere fantasy.

Titolo originale: Catching Fire.

Traduttori: Simona Brogli e Fabio Paracchini.

Anno di pubblicazione: 2009.

Pagine: 384.

Genere: fantascientifico distopico.

Casa editrice: Mondadori, collana Oscar Fantastica.

Costo: 13€

Voto: 10⭐/10.

Pezzo preferito: “Ogni cosa bella me la richiama alla mente. La vedo nei fiori gialli che crescono nel prato vicino a casa mia. La vedo nelle ghiandaie imitatrici che cantano sugli alberi. E soprattutto la vedo in Prim, mia sorella.”.



Per quanto riguarda la narrazione e lo stile di scrittura, la penso come nel caso di “Hunger Games 1”, per cui riporto lo stesso pezzo di recensione in corsivo:

Narrazione: Come nel primo libro della saga (Hunger Games 1) la narrazione è in prima persona, infatti, è la stessa Katniss a raccontare la storia. Apprezzo molto questo tipo di narrazione, soprattutto in un libro di questo genere letterario, in quanto, entrando nei pensieri del protagonista, si riesce a riflettere maggiormente sui quesiti morali che, inevitabilmente, un libro distopico solleva.

Stile di scrittura: La Collins è una delle tre autrici (le altre due sono la Rowling e la Jemisin) che invidio per il suo modo unico di scrivere, in grado di rapirmi completamente. Pur essendo un libro molto riflessivo, in quanto siamo sempre accompagnati dai pensieri di Katniss, non risulta mai lento, proprio per lo stile di scrittura coinvolgente dell’autrice.


Trama: Si è davvero salvi dopo aver vinto gli Hunger Games?
Katniss e Peeta si sono salvati, miracolosamente, dai settantaquattresimi Hunger Games, il terrificante rality show organizzato ogni anno da Capitol City.
Adesso, niente è come Katniss vorrebbe. Gale, l’amico di sempre, è freddo con lei, Peeta le volta le spalle e ci sono voci che mormorano di una rivolta contro Capitol City, probabilmente fomentata proprio da Katniss e Peeta.
A quanto pare, non volendo, Katniss ha acceso una sommossa e ora ha paura di non sapere come spegnerla. Ma, forse, non vuole neppure farlo.
Durante il Tour della Vittoria, in viaggio per i Distretti, Peeta e Katniss dovranno dimostrare di essere davvero innamorati l’uno dell’altra, altrimenti, le conseguenze potrebbero essere mortali.



LE MIE CONSIDERAZIONI

L’ambientazione è la stessa del primo libro: Panem (corrispondente all’attuale Nord America) è divisa in 12 Distretti governati dal presidente Snow che vive a Capitol City. A cambiare, ogni anno, è l’Arena in cui si svolgono gli Hunger Games, che viene costruita ad hoc ogni volta in un luogo sconosciuto.
Katniss e Peeta, avendo vinto gli Hunger Games, vivono nel Villaggio dei Vincitori del Distretto 12, il più povero di Panem.

I temi principali affrontati, oltre a quelli del primo libro della trilogia, sono la fiducia e la ribellione degli oppressi nei confronti del governo oppressore.
L’amicizia durante gli Hunger Games nasce, molto spesso, da alleanze necessarie alla sopravvivenza ed evolve per gli orrori vissuti insieme. A tal proposito, il sacrificio di un tributo commuove il lettore nel profondo.
L’amore ha uno spazio maggiore rispetto al primo libro, ma comunque meno preponderante rispetto agli altri temi.
La morte, quella a cui si condanna qualcuno per sopravvivere, è una presenza costante che non dà respiro nemmeno quando ci si lascia andare all’oblio del sonno.
La fiducia tra gli alleati negli Hunger Games è imprescindibile e allo stesso tempo labile. Tuttavia, i personaggi dovranno imparare a fidarsi l’uno dell’altro per qualcosa di più grande della sopravvivenza.
La ribellione inizia con Katniss: lei ha acceso la fiamma della speranza, dapprima flebile e poi sempre più forte. Finalmente, alcuni Distretti di Panem si risvegliano dal sonno dell’obbedienza per rivendicare il diritto alla libertà, al non vedere più i propri figli morire in un gioco disumano, il diritto al non essere più pedine nelle mani di Snow.

In questo libro vengono introdotti due nuovi personaggi importanti, ovvero Finnick e Johanna, e vengono approfonditi alcuni personaggi secondari presenti nel primo libro, in particolar modo Haymitch.
Haymitch, mentore del Distretto 12, è stato il vincitore della 50a edizione degli Hunger Games, cosa che lo ha logorato nel profondo. Lui è la dimostrazione del fatto che i Giochi continuano a perseguitare e a corrodere i sopravvissuti anche a decenni di distanza.
Finnick viene dal Distretto 4, che si occupa della pesca, e ha vinto la 65a edizione degli Hunger Games. Ha una bellezza straordinaria e un animo nobile. La sua arma è il tridente.
Johanna viene dal Distretto 7, produttore di legna e carta, e ha vinto i 71° Hunger Games. È molto sarcastica e ribelle, non sopporta le ingiustizie e non può fare a meno di esternarlo.

Hunger Games – 2. La ragazza di fuoco” insegna ad alzare la voce perché morire combattendo per un futuro migliore è infinite volte meglio che morire per mano di un governo totalitario.

Chi ha letto e apprezzato “Hunger Games 1” non può non leggere questo secondo volume della saga, per scoprire come nasce una rivoluzione, come una piccola scelta coraggiosa possa cambiare il destino di una nazione, come anche la più piccola speranza può essere la miccia che accende il fuoco della rivendicazione dei propri diritti.


  
LE CURIOSITÀ

Il nome Panem deriva dalla locuzione latina del poeta Giovenale “Panem et circenses” (“pane e giochi circensi”) che si riferisce alla metodica dei governi di assicurarsi il consenso popolare con distribuzioni di grano e spettacoli pubblici come quelli dei gladiatori.

Questo libro ha ricevuto numerosi pareri positivi ed elogi per via dello stile, del finale e dell’approfondimento della protagonista.





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Commenti

  1. Bellissima, mi hai fatto venire voia di rileggerla

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    1. Grazie mille bella <3 Ne sono felice davvero! <3 Anche le tue recensioni sono sempre stupende! <3

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