“Nessuno dovrebbe mai restar solo, da vecchio, pensò. Ma è
inevitabile.”
Eccomi qui con il secondo appuntamento della rubrica #nelmooddelmese!
Per Giugno avevo scelto questo libro perché comincia
l’estate e io inizio a sentire il bisogno di essere circondata dal mare e
nuotare (cosa che, purtroppo, quest’anno non avverrà).
Autore: Ernest
Hemingway, scrittore e giornalista statunitense. Scrisse romanzi e racconti
e vinse il Nobel per la letteratura nel 1954.
Titolo
originale: The Old Man and the Sea.
Traduttrice: Fernanda Pivano.
Anno di
pubblicazione: 1952.
Pagine: 124.
Genere: romanzo,
allegoria.
Casa
editrice: Mondadori, collana Oscar moderni.
Costo: 12€
Voto: 8,5⭐/10.
Pezzo
preferito: “Ma l’uomo non è fatto per la sconfitta”
disse. “L’uomo può essere ucciso, ma non sconfitto.”
Narrazione: La
narrazione è in terza persona e la storia è
raccontata dal punto di vista di Santiago.
Stile di
scrittura: Lo stile di scrittura di Hemingway in questo libro è
privo di fronzoli ed essenziale, riuscendo a descrivere la vita nella
sua cruda quotidianità. È molto introspettivo e nasconde, sotto
l’apparente semplicità delle frasi, una grande profondità di significato.
Allo
stesso tempo, è ricco di parole del lessico proprio della pesca.
Trama: Santiago
è un vecchio pescatore che non riesce a pescare nulla da ben
ottantaquattro giorni. L’ottantacinquesimo giorno decide di prendere il largo e
inizia così la sua estenuante lotta per pescare un enorme pesce spada dei
Caraibi, il più grande di tutta la sua vita.
Nella
lotta contro gli squali che spolpano la sua preda, ritrova il proprio coraggio e la vera essenza della vita.
LE MIE
CONSIDERAZIONI
Il romanzo è ambientato a Cuba, in una città della costa in cui la pesca è il motore trainante dell’economia e della vita quotidiana.
Pur essendo un romanzo molto breve, tratta numerosi temi, come la perseveranza, il rapporto dell’uomo con la natura e la vita come lotta contro le avversità.
Santiago
è l’emblema della perseveranza: con caparbia pazienza persegue il suo
scopo e, nonostante il dolore e la stanchezza, continua a lottare, persino
contro gli squali.
Inoltre, questo
libro c’è, a mio parere, una delle più belle rappresentazioni del rapporto
dell’uomo con la natura. Santiago rispetta la natura, la venera, ne
riconosce la sua forza e le attribuisce persino sentimenti umani come
l’orgoglio. Allo stesso tempo, però, riconosce la necessità dell’uomo di
cibarsi dei suoi frutti. E anche in questo atto Santiago trova orgoglio
e forza. Lo squalo che mangia il pescespada, l’uomo che mangia i pesci, il
predatore che mangia la sua preda, sono tutte rappresentazioni della
meravigliosa complessità del mondo naturale, di cui l’uomo stesso fa parte.
La vita
di Santiago, costellata di sacrifici, è un’eterna battaglia contro le nuove
avversità. Nonostante tutto, Santiago non si arrende mai, non si fa mai
abbattere da niente e continua ad andare avanti, passo dopo passo, azione dopo
azione. “Il vecchio e il mare” diviene così un grande e nobile esempio
di forza e tenacia, rappresentando il “never give up” più
classico di sempre.
I personaggi sono
pochi in quanto la storia è incentrata sull’avventura solitaria in mare di
Santiago. Quest’ultimo è l’unico personaggio caratterizzato completamente. Di
lui il lettore conosce ogni cosa: paure, acciacchi, dolori,
pensieri e sentimenti.
La sua
iniziale descrizione fisica lo fa apparire come un uomo anziano, molto magro e
rugoso, con la pelle chiazzata e le mani piene di quelle profonde cicatrici che
la pesca imprime nei pescatori. Santiago è un uomo che vive di sacrifici,
temprato dalla fame e dalla lotta per la sopravvivenza. Un uomo che ama il mare,
che è la sua tortura e il suo sostentamento. Lotta contro di esso e allo stesso
tempo lo venera.
In conclusione, un grande classico che tutti dovrebbero leggere per scoprire l’immenso simbolismo pregno di significato che forma il libro pagina dopo pagina e per imparare che, seppur la vita sia ricca di sconfitte, l’uomo non può essere mai veramente sconfitto fino a quando non si arrende.
LE
CURIOSITÀ
Hemingway, come corrispondente del “Toronto Star”, scrisse un ritratto negativo di Mussolini, motivo per cui le sue opere furono censurate in Italia dal fascismo.
“Il
vecchio e il mare” contribuì a far vincere all'autore il Premio Nobel per la
Letteratura e gli valse anche il Premio Pulitzer nel 1953.
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