“TUTTI GLI ANIMALI SONO
UGUALI
MA ALCUNI ANIMALI SONO PIÙ
UGUALI DEGLI ALTRI.”
Ciao book-dipendenti! Ecco qui il libro del GDL distopici
del mese di Luglio, che volevo leggere da una vita e che è stato una
meravigliosa scoperta per me.
Conosciuto principalmente per i suoi romanzi “1984” e “La fattoria degli animali”.
Titolo
originale: Animal Farm.
Anno di
pubblicazione: 1945.
Pagine: 147.
Genere:
fantascientifico distopico, allegorico, satira.
Casa
editrice: Mondadori.
Costo: 12,00€
Voto: 8⭐/10.
Pezzo
preferito: “Invece – e non capiva perché – erano
arrivati tempi in cui nessuno osava dire ciò che pensava, in cui si aggiravano
ovunque cani ringhiosi e crudeli, in cui si dovevano vedere i propri compagni
fatti a pezzi dopo aver confessato delitti sconvolgenti.”
Narrazione: La
narrazione è in terza persona in quanto è presente un narratore esterno
che racconta le vicende della fattoria.
Stile di
scrittura: Lo stile di scrittura è molto semplice e scorrevole e
ricorda molto la facilità di lettura delle favole vere e proprie.
Trama: Gli
animali della fattoria di Jones, stanchi dei soprusi, decidono di ribellarsi
all’uomo, per cui, cacciano il proprietario Jones e danno vita a un nuovo
ordine fondato sull’uguaglianza tra tutti gli animali. Tuttavia, poco dopo,
emergono i burocrati, ovvero i maiali, che, con furbizia, si impongono su tutti
gli altri animali. Così, questo libro risulta essere una satira contro il
totalitarismo.
LE MIE CONSIDERAZIONI
Nel
periodo storico in cui Orwell tentò di pubblicare la sua opera, l’Unione
Sovietica e il Regno Unito erano alleate contro il nazifascismo. Per questo, molti
editori si rifiutarono di pubblicare il libro date le allusioni negative
allo stalinismo presenti in esso. Tuttavia, dopo la pubblicazione,
probabilmente anche per via della nuova visione dell’URSS a causa della Guerra
Fredda, il libro ebbe subito un grande successo.
Essendo un’allegoria, ci sono numerosi riferimenti ad eventi storici reali. Primo fra tutti quello al vertere degli ideali comunisti verso il regime totalitario di Stalin, rappresentato con la progressiva corruzione dei maiali e il loro stravolgere completamente i comandamenti iniziali dell’Animalismo.
I temi
principali sono il totalitarismo e la rivoluzione. La distopia,
in questo libro, sta nel veder trasformare, da parte della corruzione, i nobili
ideali rivoluzionari in armi per il raggiungimento del potere, fino alla
nascita di un regime totalitario che plasma continuamente la realtà a proprio
piacimento. La realtà, infatti, viene modificata grazie alla manipolazione
delle informazioni che permette di rendere vera una cosa che fino a ieri era
falsa.
Totalitarismo
e rivoluzione sono strettamente correlati: la seconda si estingue sotto il peso
del primo.
Tra i personaggi
spiccano il Vecchio Maggiore, Napoleone, Clarinetto, Palladineve, Boxer,
Trifoglio e Beniamino.
Il Vecchio
Maggiore è il saggio maiale della fattoria che introduce l’Animalismo
racchiudendo la sua filosofia in alcune frasi che possono essere assimilate e
capite da tutti gli animali. Risulta essere un’allegoria sia di Lenin
che di Marx.
Napoleone è un
maiale che ha lo spirito da leader ma una completa assenza di principi morali. Determinato
e crudele, si rivela la perfetta rappresentazione del despota. Napoleone è
un’allegoria di Stalin.
Clarinetto è
l’addetto alla propaganda: privo di principi morali, è colui che mente e
trasforma continuamente la verità per convincere gli animali a non pensare con
la propria testa. Risulta essere una rappresentazione di Berija, il capo
della polizia segreta.
Palladineve, il mio
secondo personaggio preferito, è un maiale rivoluzionario che non è in grado di
spiegare le sue teorie agli altri animali. Verrà usato da Napoleone come capro
espiatorio di ogni avversità. Risulta essere una rappresentazione di Trockij.
Boxer è un
cavallo instancabile che fonda la sua dignità sul lavoro. Fondamentale
nella fattoria sia per il lavoro manuale che compie che per la sua forza
interiore che diviene fonte di ispirazione per gli altri animali. Tuttavia,
accetta passivamente i dettami di Napoleone, senza porsi domande, cosa che lo
fa diventare un’arma stessa del regime.
Trifoglio è una
cavalla gentile che accudisce sempre i più deboli. A differenza di Boxer, si
pone delle domande sui soprusi subiti, ma come lui viene inconsapevolmente
manipolata dal governo.
Beniamino, infine,
il mio personaggio preferito, è un asino disilluso e cinico, che si è
rassegnato alla realtà. Resta quasi esterno alle vicende, come se sapesse già
il loro epilogo.
Leggete “La
fattoria degli animali” perché è la perfetta allegoria di come,
nonostante i giusti ideali iniziali, il potere corrompa sempre.
LE CURIOSITÀ
Il titolo originale dell'opera era “Animal Farm: A Fairy Story”, ma gli
editori statunitensi eliminarono il sottotitolo alla pubblicazione del 1946.
Per la
traduzione francese, Orwell suggerì il titolo “Union des républiques socialistes
animales”, abbreviato in URSA, che in latino vuol dire “orso”,
un simbolo della Russia. Inoltre, il titolo fa riferimento anche al nome
dell'Unione sovietica in francese: Union des républiques socialistes
soviétiques.
Gli
adattamenti omonimi sono un film d’animazione del 1954 e un film per
la TV del 1999.
Il “Time”
lo ha inserito tra i cento migliori romanzi in lingua inglese.
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