"LO HOBBIT": dal buco-hobbit alla caverna di Smaug

 

“In un buco nella terra viveva uno hobbit. Non era un buco brutto, sudicio e umido, pieno di vermi e intriso di puzza, e nemmeno un buco spoglio, arido e secco, senza niente su cui sedersi né da mangiare: era un buco-hobbit, vale a dire comodo.”

 



Ciao book-dipendenti! Finalmente ho recuperato anche io questo grande classico del genere fantasy. Infatti, grazie al #gdlaspassoconglihobbit organizzato da me, Claudia di @living_throughbooks, Andrea di @andre.iread, Flavia di @lamagiadiunlibroo, Anna di @withfireandbooks, Regina di @pan.di.luna e Flavia di @lalibreriadiophelia, sto leggendo i libri di Tolkien.

 

Vi lascio i link di Instagram delle altre ragazze.

Claudia:

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Andrea:

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Flavia:

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Anna:

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Regina:

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Flavia:

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AutoreJohn Ronald Reuel Tolkien, scrittore, glottoteta, linguista e filologo britannico. Fu un importante studioso della lingua anglosassone ed è conosciuto principalmente per aver scritto “Il Signore degli Anelli”, “Lo Hobbit” e “Il Silmarillion”, considerate pietre miliari del genere high fantasy.

 

Titolo originaleThe Hobbit or There and Back Again.



Traduttori: Caterina Ciuferri in collaborazione con Paolo Paron per la Società Tolkeriana Italiana.

 

Illustratore: Alan Lee, noto soprattutto per aver illustrato per primo “Il Signore degli Anelli”.

 

Anno di pubblicazione: 2018 (1937 la versione originale).

 

Pagine: 304.

 

Genere: high fantasy, letteratura per ragazzi.  

 

Casa editrice: Bompiani.

 

Costo: 30,00€

 

Voto: 8/10.

 

Pezzo preferito“Che il vento sotto le vostre ali vi sostenga fin dove il sole salpa e la luna cammina.”

 

 

Trama: "Se vi piacciono i viaggi fuori del confortevole e accogliente mondo occidentale, oltre il Confine delle Terre Selvagge, per poi tornare a casa, e pensate di poter provare un certo interesse per un umile eroe, ecco la storia di questo viaggio e di questo viaggiatore.

Il periodo è il tempo antico fra l'Età Fatata e il dominio degli Uomini, quando la famosa foresta di Boscotetro esisteva ancora e le montagne erano piene di pericoli. Nel percorso verrete a imparare molte cose (come è capitato a lui) su Uomini Neri, Orchi, Nani ed Elfi e potrete dare uno sguardo alla storia e alla politica di un'epoca trascurata ma molto importante. Infatti, il signor Bilbo Baggins andò in visita a vari personaggi di rilievo; ebbe una conversazione con il drago Smaug; fu presente alla Battaglia dei Cinque Eserciti. Tutto ciò è tanto più singolare in quanto egli era uno Hobbit.

Finora gli Hobbit sono stati trascurati nella storia e nella leggenda, forse perché - in genere - preferivano le comodità alle emozioni. Questo resoconto, fondato sui ricordi di un anno elettrizzante nella vita solitamente tranquilla del signor Baggins, vi darà un'idea abbastanza chiara di questo rispettabile popolo che adesso (a quanto si dice) sta diventando piuttosto raro. Non amano il rumore." (J.R.R. Tolkien)

 


 

LE MIE CONSIDERAZIONI

 

Con “Lo Hobbit” entriamo per la prima volta nella Terra di Mezzo, un’ambientazione più che suggestiva, in cui troviamo Hobbiville, una delle cittadine più antiche della Contea, dove vivono gli hobbit. L’ambientazione è sicuramente uno dei punti di forza dell’opera: Tolkien la descrive fin nei minimi dettagli, talmente bene che è facile immaginarla ancora prima di guardare le splendide illustrazioni di Alan Lee – che rendono ancora più magica la lettura.

Le descrizioni dell’ambiente non sono mai pesanti o eccessive, piuttosto sono affascinanti e permettono al lettore di immergersi al meglio nella storia.

La Terra di Mezzo ha il sapore delle leggende, delle terre spettacolari in cui accaddero cose memorabili nei tempi andati.

 

Ciò che rende ancora più magica la storia è lo stile di scrittura di Tolkien, che mi ha

completamente catturata. Mi ha stupita in positivo in quanto è stato molto più semplice e scorrevole di quello che mi aspettavo prima di iniziare a leggere. Probabilmente questo è dovuto anche al fatto che il libro nacque come una fiaba per bambini. Infatti, la dolcezza del tono colloquiale del narratore rende la lettura una piacevole distrazione dalla vita quotidiana adatta a un pubblico di qualunque età.

Inoltre, il narratore è onnisciente e sembra raccontare la storia da un futuro indefinito. Ho apprezzato molto i diversi punti in cui si rivolge al lettore stesso perché mi hanno fatta sentire parte della storia, come se questa rappresentasse davvero il lontano passato della mia terra.

 

Un altro motivo per cui consiglio la lettura di questo libro è la presenza di personaggi indimenticabili, che sanno entrare nel cuore del lettore per non lasciarlo più. Le razze che vivono nella Terra di Mezzo sono tante: hobbit, nani, umani, elfi, troll e orchi.

Gli hobbit, tra cui troviamo il protagonista Bilbo, sono esseri più piccoli dei nani, dalle orecchie un po’ elfiche, i piedi pelosi e un appetito insaziabile. Sono amanti della tranquillità e delle comodità e odiano le avventure.

I nani, all’apparenza burberi, sono amici leali e persone coscienziose, ma anche avidi di ricchezze.

Gli elfi rappresentano la razza meno descritta e meno presente nella storia. Quelli di Gran Burrone sono sempre allegri e quelli di Bosco Atro amano le feste.

 

Tra i personaggi più memorabili abbiamo Bilbo, Thorin Scudodiquercia e Gandalf.

Bilbo, il protagonista, come tutti gli hobbit ama la quiete del suo buco-hobbit – che non lascerebbe per nessun motivo al mondo – e adora i suoi innumerevoli pasti quotidiani. Abbandonare Hobbiville per intraprendere un’avventura sconosciuta è quanto di più lontano dal suo essere si possa immaginare. Eppure Bilbo, non solo intraprenderà questo viaggio, ma si dimostrerà anche molto più coraggioso di quanto avrebbe mai potuto pensare.

Thorin Scudodiquercia è il capo dei 13 nani della spedizione. Fiero ed orgoglioso, ha il vero aspetto di un leader, capace di guidare i suoi uomini anche nei periodi bui.

Gandalf ha il ruolo del saggio in questo libro e per questo ha conquistato il mio cuore. È uno stregone enigmatico e molto potente di cui non vedo l’ora di sapere di più con i prossimi libri.

Una menzione speciale va, infine, a Gollum, un essere deforme e inquietante, che conduce una vita talmente misera da suscitarmi compassione, nonostante la sua malvagia presenza.

 

Lo Hobbit” è un libro perfetto per sognare, sorridere e gioire, a qualunque età, ma anche per crescere insieme a Bilbo. Infatti, il tema principale dell’opera è proprio la crescita personale del protagonista che da hobbit impaurito e tranquillo diventa un personaggio coraggioso, risoluto e intrepido, capace di affrontare situazioni pericolose come stare nella caverna di Smaug.

Ma Tolkien ci mette in guardia anche dall’avarizia che può accecare il senno e condurci a guerre inutili e insensate.

Infine, grande valore viene dato all’amicizia, un legame tale che ci porta a rischiare la nostra vita per gli amici.

 

Nonostante abbia tessuto le lodi di questo libro sotto ogni aspetto, non gli ho dato 10 stelle perché mi aspettavo di più dalla grandezza di Tolkien. So che questo libro è stato scritto inizialmente per i bambini, tuttavia sono rimasta un po’delusa dalla semplicità della trama. Ma forse questo è dovuto all’eccessivo hype che avevo prima di leggerlo.

Sicuramente non vedo l’ora di leggere tutti gli altri libri di Tolkien (non dimentichiamo “Lettere da Babbo Natale” che deve essere assolutamente mio).

  

 

 

LE CURIOSITÀ

 

Lo scritto “La cerca di Erebor” rappresenta il prequel de “Lo Hobbit” in quanto racconta come tutto sia iniziato da diversi incontri all’apparenza casuali e dalla voglia di rivalsa di Thorin Scudodiquercia.


Secondo Carpenter, Bilbo rappresenta lo stesso Tolkien in quanto entrambi figli di donne intraprendenti, discendenti da famiglie solide e esseri pratici ed amanti dei panciotti e dei cibi semplici.


Tolkien contribuì alla creazione del New Oxford English Dictionary.

 

Nonostante siano state scritte opere fantasy prima di Tolkien, il suo contributo alla riscoperta del genere e alla sua legittimazione è tale da renderlo lo scrittore fantasy più importante del XX secolo.

 

Il Times ha inserito Tolkien al sesto posto della classifica de “I 50 più grandi scrittori inglesi dal 1945”.

 

Alan Lee ha vinto il Premio Oscar per la migliore scenografia nel 2004 per il film “Il Signore degli Anelli: Il ritorno del re”.

 

 

 

 

 

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