"IL LATO OSCURO DEGLI UOMINI": come evitare la violenza sulle donne agendo a monte


“La violenza è un comportamento appreso ed è centrale nell'ambito del sistema di valori degli autori di violenza e fortemente radicato nel sistema socio-culturale. Aiutare solo le vittime non arresta la violenza e non basta a garantire la loro sicurezza, la punizione e la prigione non cambiano in senso positivo gli uomini violenti, depositari delle condizioni che determinano il comportamento violento.”

Le Nazioni Unite, in occasione della Conferenza Mondiale sulla Violenza contro le Donne tenutasi a Vienna nel 1993, definiscono la violenza di genere come ogni atto legato alla differenza di sesso che provochi o possa provocare un danno fisico, sessuale, psicologico o una sofferenza della donna, compresa la minaccia di tali atti, la coercizione o l’arbitraria privazione della libertà sia nella vita pubblica che nella vita privata.

Quindi la violenza, in questo caso, è agita dagli uomini e si basa sull’appartenenza al genere femminile. Nella maggior parte dei casi le donne subiscono violenza all’interno del loro nucleo familiare, per cui, spesso si parla anche di violenza domestica. Tuttavia, non bisogna dimenticare che spesso vittime di violenza domestica sono anche bambini e anziani, indipendentemente dal loro genere.

Oggi parleremo proprio della violenza domestica e di quello che si può fare dal punto di vista maschile per migliorare la situazione.

A cura di: Alessandra Bozzoli, Maria Merelli e Maria Grazia Ruggerini. Autori vari.
 
Anno di pubblicazione: 2017.

Pagine: 525.        
 
Casa editrice: Ediesse, collana sessismoerazzismo.
 
Costo: 22,00€
 
Voto: 10/10.
 
Pezzo preferito“Avere un atteggiamento non giudicante nei confronti di un uomo che si è comportato in modo violento verso persone fisicamente più deboli ed indifese può essere molto difficile. Bisogna pensare però che trattare una persona come 'cattiva' è il miglior modo per renderla 'cattiva'. L'obiettivo non dovrebbe mai essere con queste persone soddisfare un bisogno di vendetta della società, ma ridurre il numero di potenziali vittime e sono due aspetti che si escludono a vicenda.”
 
 
TramaViolenza contro le donne: cosa si sta facendo in Italia? Inasprire le norme repressive e isolare i comportamenti violenti maschili – che sono ormai arrivati ad un femminicidio ogni due giorni – facendone casi eccezionali, patologici, lascia inalterati i modelli culturali fondati su quegli equilibri patriarcali di potere contro i quali hanno lavorato fin dagli anni Ottanta i Centri antiviolenza e le Case per donne maltrattate, frutto delle lotte femminili e femministe. Comprendere invece che la violenza sulle donne è prima di tutto un problema degli uomini significa spostare l’attenzione dalle vittime agli autori, a quella «questione maschile» che tutta la violenza di genere sottende.
Il volume coglie, nella parte iniziale, questo cambiamento di ottica attraverso una ricerca – la prima in Italia – che censisce le esperienze d’avanguardia rivolte agli uomini violenti nel nostro paese, nelle carceri e nei centri, in ambito privato e pubblico, e offre un quadro di programmi sviluppatisi a livello internazionale, cui le esperienze italiane fanno riferimento.
Nella seconda parte sono presentate le riflessioni e le proposte di studiosi e studiose afferenti a molteplici discipline, e le esperienze di operatrici e operatori con ruoli professionali diversi. In appendice, un’analisi critica del recente decreto legge n. 93/2013 convertito nella legge del 15 ottobre 2013 n. 119.
Le autrici e gli autori: Anna Costanza Baldry, Michela Bonora, Mar co Deriu, Monica Dotti, Fran cesca Garbarino, Paolo Giulini, Bruno Guazzaloca, Monica Mancini, Barbara Mapelli, Massimo Mery, Cristina Oddone, Alessandra Pauncz, Giorgio Penuti, Chantal Podio, Roberto Poggi, Michele Poli, Amalia Rodontini, Mario Sgambato, Claudio Vedovati, Maria (Milli) Virgilio.



LE MIE CONSIDERAZIONI

Questo articolo nasce dalla lettura del libro “Il lato oscuro degli uomini” che mi è stato gentilmente prestato dalla Biblioteca del CAM di Ferrara, Centro di ascolto uomini maltrattanti. Il CAM è stato costituito nel 2014 ed è uno dei centri italiani che offre dei percorsi agli uomini autori di violenza per non esserlo più. Il CAM fornisce un centralino, consulenze, colloqui di orientamento, colloqui individuali e gruppi psico-educativi finalizzati alla riabilitazione degli uomini maltrattanti.

L’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, considera quattro forme di violenza tra partner: fisica, sessuale, psicologica e di controllo. L’Associazione Americana degli psicologi include anche lo stalking e l’abuso economico.

L’attenzione sulle donne picchiate dai loro partner fu richiamata per la prima volta negli anni settanta dal movimento femminista. Successivamente sono state incluse anche le donne non sposate ma che vivono con uomini, gli uomini vittime di violenza da parte delle loro mogli o compagne e i casi di violenza nelle coppie dello stesso genere.

Mentre sappiamo tutti facilmente riconoscere la violenza fisica, di cui una forma molto invalidante è rappresentata dagli attacchi con l’acido, non tutti o comunque non sempre riusciamo a riconoscere gli altri tipi di violenza, in quanto più subdoli. Ad esempio, una forma di violenza psicologica non sempre riconosciuta come tale da chi la subisce è il gaslighting, ovvero il negare che un episodio sia accaduto accusando la vittima di essere pazza o di inventare le cose.
A volte dimentichiamo che della violenza sessuale non fa parte solo lo stupro, ma anche il costringere una persona ad avere rapporti senza protezione o il far male intenzionalmente a qualcuno durante un rapporto sessuale.
I comportamenti controllanti riducono la libertà e l’autonomia della vittima. Essi includono, per esempio, l’isolamento di una persona dai suoi amici e dalla sua famiglia, il monitoraggio dei suoi spostamenti e la limitazione del suo accesso alle risorse finanziarie.
Lo stalking è costituito da comportamenti assillanti o minacciosi che vengono ripetuti nel tempo. Si tratta, ad esempio, di seguire una persona e chiamarla e scriverle messaggi in maniera insistente.
L’abuso economico è un’altra forma di violenza molto diffusa e misconosciuta, soprattutto al Sud. Esempi sono la limitazione dell’accesso alle finanze o il non far sapere all’altra persona a quanto esse ammontino.
 
Questo libro spiega, attraverso studi ed esperienze di centri italiani ed esteri, perché sia
fondamentale agire sugli uomini per risolvere la violenza sulle donne. Andare alla base del problema è infatti fondamentale per risolverlo. Infatti, g
li studi e le esperienze dimostrano che negli uomini maltrattanti che seguono un percorso di riabilitazione, il rischio di recidiva diminuisce.
A differenza di quanto alcune persone credono, purtroppo, agire sull’uomo non vuol dire trascurare la donna, che va sempre aiutata ad affrontare le ripercussioni della violenza subita. Anzi, agire sull’uomo vuol dire aiutare anche la donna indirettamente. Ad esempio, nei colloqui individuali iniziali si provvede sempre a valutare il rischio e il grado di pericolosità, soprattutto con lo scopo di evidenziare i rischi per la donna.
La riabilitazione ha l’obiettivo di rendere l’uomo consapevole del suo agito e delle conseguenze di questo su coloro che lo subiscono. La consapevolezza è, infatti, il primo passo verso il cambiamento. Alla fine del percorso l’uomo raggiunge un grado di responsabilizzazione tale da poter scegliere di non usare la violenza quando si sente arrabbiato.

Con questo articolo spero di essere riuscita a farvi capire quanto sia importante questo tema. Se volete, condividetelo. E se conoscete persone in difficoltà o siete in difficoltà voi stessi, non esitate a chiedere aiuto.

Ringrazio infinitamente il CAM per avermi permesso di leggere questo libro.





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