"Grandi speranze": il capolavoro romanzo di formazione di Dickens

 

"Sa Dio che non dovremmo mai vergognarci delle nostre lacrime, perché sono pioggia sull'accecante polvere della terra che ci ricopre il cuore indurito."

Ciao book-dipendenti! Ecco a voi la recensione dell'ultimo libro letto per il #gdlsognandocondickens e che ha superato "Tempi difficili" diventando il migliore del 2021 per me. Un capolavoro tra i romanzi di formazione, celebre e suggestivo, che ho letto durante un #readingvlog  che uscirà la prossima settimana sul canale YouTube.

 

Autore: Charles Dickens, scrittore, giornalista e reporter di viaggio britannico dell'età vittoriana, noto soprattutto per i suoi romanzi sociali.

 

Titolo originale: Great Expectations.

Traduttore: Marisa Sestito.

Anno di pubblicazione: 2017 (1860-1861 la versione originale).

 

Pagine: 574.

 

Genere: romanzo di formazione.

 

Casa editrice: Salani Editore.

 

Costo: 12,50€.

 

Voto: 10+⭐/10.

 

Pezzo preferito: In questo modo, nella vita, commettiamo solitamente gli atti più vili e meschini, attenti al giudizio della gente che disistimiamo di più.

 

 

Trama: Storia di crescita, amore, vita e amicizia, il romanzo di formazione per eccellenza. Uno dei più grandi capolavori di Dickens.

«Dev'essere anche grazie al titolo, buono per tanti usi, duttile e facile da ricordare, che "Grandi Speranze" è uno dei romanzi più conosciuti di Dickens, uno dei più citati, noto anche a chi non l'ha mai letto...Facile da ricordare anche il magnifico inizio, quando Pip bambino, al tramonto di un gelido pomeriggio, cerca di ricostruire il viso dei suoi genitori esaminando le incisioni sulle loro tombe, e all'improvviso, tra quelle lapidi e quella nebbia, nel cimitero circondato dalle paludi, si sente una voce terribile che grida: "Silenzio! Sta' zitto!"

Chi è? Ci sembra di ricordarlo vagamente...un carcerato fuggito forse? Un assassino? Un deportato? Non importa, è la voce terribile che conta, e il cimitero, la nebbia, il piccolo Pip.» - Stefania Bertola.

Il grande romanzo di formazione di Charles Dickens. Forse uno dei meno conosciuti dell'autore, per questo più bello da scoprire e riscoprire.

 

 

 

LE MIE CONSIDERAZIONI

Nonostante inizialmente pensassi che "grandi aspettative" potesse essere un titolo più appropriato, alla fine della lettura, mi sono resa conto che "Grandi speranze" sia un titolo assolutamente perfetto.

Nella Londra della prima metà dell'Ottocento, ha luogo uno dei romanzi di formazione più celebri della storia della letteratura. A farci comprendere meglio modi di dire e usanze dell'epoca ci sono le note a piè di pagina in questa edizione, aspetto che ho apprezzato moltissimo.

Altro punto di forza del libro è la Prefazione di Stefania Bertola, da leggere, come lei stessa dice nelle prime righe, alla fine della lettura del romanzo. Grazie alla sua prefazione ho scoperto l'esistenza del finale iniziale ideato da Dickens, cosa che mi ha permesso di capire meglio l'intento dell'opera.

Con uno stile ironico, scorrevole e colloquiale, Dickens narra la storia di Pip da quando era un bambino fino alla sua età adulta. E' Pip stesso a raccontarsi, cosa che ci dà un senso di pace e di sicurezza perché sappiamo che, qualunque cosa stia accadendo, Pip se la caverà e diventerà un adulto e, soprattutto, una persona capace di analizzare le sue scelte con gli occhi della saggezza.

I personaggi sono uno dei punti di forza della storia. Tutti a loro modo fondamentali, tutti che esaltano alcuni tratti dell'essere umano, permettendoci ognuno di affrontare un aspetto diverso della vita. Tramite la perfetta e profonda caratterizzazione dei personaggi, questo libro ci insegna il perché dei comportamenti umani più nobili, ma anche di quelli più egoistici.

Pip è un orfano che vive con la sorella e il cognato. L'incontro con Estella, quando erano entrambi bambini, inciderà su di lui in modo talmente definitivo da condizionarne tutta la vita.

Estella, anche lei orfana, viene cresciuta da Miss Havisham in un modo assolutamente innaturale, cosa che condizionerà la sua esistenza e, di riflesso, anche quella di Pip.

Joe Gargery, cognato di Pip e uomo profondamente buono, e Biddy, un'amica di scuola di Pip, generosa e sempre disponibile, sono due dei miei tre personaggi preferiti. Il terzo è Miss Havisham, un personaggio che ho immaginato come un misto tra la sposa de "La sposa cadavere" e l'attrice Helena Bonham Carter. Miss Havisham è una donna nobile che vive in una casa tetra, in cui il tempo è fermo al momento in cui le fu spezzato il cuore. L'intera sua esistenza si concentra sulla ricerca della vendetta.

L'insoddisfazione di una vita povera e umile è il motore delle azioni di Pip, la cosa che lo spinge, per amore di una persona e per vergogna di sé, a voler diventare un gentiluomo. Ma, spesso, la vera felicità è nelle piccole cose e, soprattutto, negli affetti e nella semplicità, piuttosto che nella ricchezza. Insomma, la vera nobiltà è quella dell'animo, quella delle persone buone e semplici come Joe e Biddy.

A muovere gli ingranaggi di tutto il complesso intreccio, ci sono anche l'amore incondizionato di persone destinate a una vita infelice fin dalla nascita e la ricerca della vendetta da parte di un cuore infranto dall'oggetto del suo amore. Sono i grandi, profondi e struggenti sentimenti a far avanzare la storia di Pip e delle persone che lo circondano, fino a un finale che, a mio parere, è uno dei più grandi e strani della storia.

Infine, il libro è ricco di colpi di scena inaspettati e momenti ironici che fanno scorrere veloci le oltre cinquecento pagine che lo compongono. Insomma, un classico con cui non ci si annoia mai.

LE CURIOSITÀ

 

Nel film "Grandi speranze" del 2012 è proprio Helena Bonham Carter ad interpretare Miss Havisham. Trovate il film su Amazon Prime.

"Grandi speranze" viene citato più volte sia in "Il gioco dell'angelo" di Carlos Ruiz Zafon che in "Matilde" di Roald Dahl.

 

 

 

  

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