"Persone normali": una storia vera fatta di persone reali

  
“La vita è quella cosa che ti porti appresso nella testa.”
 

Ciao book-dipendenti! Oggi vi parlo di un libro meraviglioso che mi ha toccata profondamente, un libro che ha davvero parlato alla mia anima perché, in fondo, racconta anche la mia storia attraverso quella di Marianne e Connell. Ho scoperto questo libro grazie al gdl #leggiamolamente di @sbarbine_che_leggono, @laragazzasuldrago, @bookish-devotion, @abordopagina e @books_coffee_rainydays.



AutriceSally Rooney è nata a Dublino nel 1991 e si è laureata al Trinity College in
Letteratura americana.
 
Titolo originaleNormal People.
 
Traduzione: Maurizia Balmelli.
 
Anno di pubblicazione: 2020 (2018 la versione originale).
 
Pagine: 240.
 
Genere: romanzo di formazione. 
 
Casa editrice: Einaudi.
 
Costo: 11,00€
 
Voto: 10+/10.
 
Pezzo preferito“Marianne pensa, e non per la prima volta, che la crudeltà non ferisce soltanto la vittima, ma anche chi la perpetra, e forse perfino in modo più grave e definitivo.”
 
 
Trama: “Persone normali” è la storia di Marianne e Connell, di due ragazzi che si incontrano al liceo e simili a due pianticelle condividono lo stesso pezzo di terra, crescendo l’una vicino all’altra, contorcendosi per farsi spazio, a volte sostenendosi a vicenda, altre togliendosi il respiro. È la storia di un amore giovane che pare destinato a non compiersi mai, di due anime che si inseguono e si sfiorano per anni, ma è anche una tagliente riflessione sulla prevaricazione e la tenerezza in questo nostro tempo strano.
Sally Rooney è riuscita nell’impresa più difficile di tutte: scrivere un romanzo sulla banale e feroce dolcezza di una relazione. Riuscendo a cogliere quell’attimo infinito in cui si trova il coraggio di perdersi negli occhi di un’altra persona per ritrovare se stessi.
 
 
 
LE MIE CONSIDERAZIONI
 
Ambientato tra Carricklea e Dublino, “Persone normali” parla della ferocia della vita, della sua tristezza e della sua gioia, della forza dirompente dell’amore e dell’affrontare le malattie mentali.
Carricklea è una piccola e tranquilla città della contea irlandese di Sligo, uno di quei posti in cui si vive di pregiudizi e le persone hanno tutte un’etichetta attaccata addosso della quale non possono liberarsi. Un posto in cui le persone con brutte etichette annaspano aspettando il momento in cui andranno via.
All’opposto, Dublino è la città universitaria in cui costruirsi una nuova vita e in cui far emergere la propria vera identità. Ma, a volte, viviamo nell’aspettativa di un futuro che dipingiamo migliore di quello che sarà, perché, si sa, la vita è imprevedibile.
 
Con una veridicità disarmante, la Rooney scrive una storia reale, fatta di persone vere, non
edulcorate, con i loro problemi, traumi, abusi, successi e mancanze. Con le loro difficoltà a relazionarsi con gli altri e con la loro crescita. La sua scrittura è graffiante e in grado di scavarci dentro, fino a toccare la “vita che ci portiamo appresso nella testa”, come dice Connell. Nelle prime pagine bisogna abituarsi al suo stile peculiare, in cui non ci sono virgolette a segnare i dialoghi e tutto scorre come se fossimo lì con Marienne e Connell o dentro le loro teste.
 
Questo libro ti fa sentire compreso e non solo. Perché i tuoi drammi e problemi sono quelli di altri ragazzi e ragazze che vivono in quest’epoca così difficile o che riguardano tutte le epoche e che, quindi, non sei solo tu ad affrontare.
Tra i temi trattati nel libro ci sono gli abusi familiari e la salute mentale. Uno dei personaggi ha subito in passato violenza fisica da parte di un familiare e nel presente viene continuamente maltrattato, principalmente a livello psicologico, da un altro familiare. La Rooney ci mostra quanto possa essere deleterio essere vittima di violenza domestica e di bullismo a scuola e, allo stesso tempo, che è possibile, in qualche modo, diventare adulti funzionali, “persone normali”. Nonostante la difficoltà nel farsi amare, i sensi di colpa e il sentire di meritarsi le cose brutte che accadono.
Viene affrontata anche la dimensione di un adolescente, quando la scuola e gli amici sono tutto il suo mondo e il giudizio di questi è fondamentale e decisivo. Una dimensione in cui essere accettati è tutto e, quindi, spesso, si rinuncia al proprio vero essere per evitare di essere emarginati, compiendo azioni immorali e che non si vorrebbero fare.
Dal mondo dell’adolescenza, si passa all’impatto con l’università e a quanto questo possa essere completamente diverso da come se lo si era immaginato. A volte, integrarsi e trovare il proprio posto nel mondo può essere difficile e doloroso. E credo che parlarne sia importante perché l’università non è fatta solo di successi, ma anche di momenti complicati che non sempre è facile superare.
La salute mentale viene affrontata dall’autrice in maniera molto delicata e allo stesso tempo cruda: nulla viene nascosto al lettore, la malattia viene mostrata per quello che è, con un profondo rispetto per chi ne soffre e l’opportunità di dar loro una voce attraverso uno dei suoi personaggi. Questo mi ha stretto il cuore e mi ha portata alle lacrime.

Attraverso ogni esperienza, bella o brutta che sia, attraverso ogni momento della vita, Marianne e Connell restano in qualche modo legati, invisibilmente e indissolubilmente. Ma, non voglio parlarvi di Marianne e Connell perché credo che il bello del libro stia proprio nello scoprirli piano piano e nel vedere la loro evoluzione come persone, la loro crescita attraverso l’adolescenza e il periodo universitario.

 
 
LE CURIOSITÀ
 
L’autrice ha scritto anche il libro “Parlarne tra amici”.

Nel 2020, da “Persone normali” la BBC ha tratto una serie tv scritta e coprodotta dalla Rooney.

 
 
 
  
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